Eravamo molto dubbiosi alla vigilia del match con il Lecce, formazione che veleggia al vertice della serie cadetta e sta per tagliare il magico traguardo della serie A dopo una sola stagione nella cadetteria. Che strano destino quello dei biancoscudati e dei giallorossi che solo un anno fa si sfidavano come vincitrici dei rispettivi gironi di serie C ed oggi si trovano contrapposte in testa e in coda nella classifica di serie B con 34 punti di differenza e quale lezione ci deve arrivare dalla società salentina nell’organizzare il suo rilancio nel calcio che conta anche sfruttando dei talenti passati dalle nostri parti come il direttore sportivo Mauro Meluso e Andrea Tabanelli.
Ma oggi all’Euganeo la differenza tra le due squadre non si è proprio vista e il Padova di Centurioni ha potuto assaporare per la prima volta il gusto dei tre punti lasciando invece l’amaro in bocca agli avversari che già pregustavano il sapore della matematica promozione in A.
Ci spiace aver rovinato la festa a tanti tifosi giallorossi che hanno riempito l’Euganeo portandolo ad un paradossale record stagionale di oltre novemila presenze assolutamente virtuali, viste le defezioni di tanti abbonati ed in primis della tribuna Fattori rimasta fuori per protesta.
Ma va detto che. anche se il nostro destino salvo miracoli dell’ultimo momento, appare ormai segnato, chi era presente ha assaporato l’ultimo spicciolo di grande calcio di questa sfortunata annata e da oggi avrà una montagna di rimpianti su come è stata gettata al vento la nostra avventura nella cadetteria. Oggi abbiamo visto una squadra vera, tanto orgoglio e tanta voglia di stare in campo ed ottenere i tre punti, più forte dei titolati avversari e perfino del direttore di gara che ha ammonito cinque giocatori e concesso alla fine ben sette minuti di recupero.
Abbiamo ammirato un undici che riesce a dare il meglio con le squadre più titolate ed avrebbe potuto veleggiare in acque ben più tranquille ma si è maledettamente complicato la vita contro le formazioni più modeste, fallendo una miriade di occasioni per tirarsi fuori dai fanghi del fondo della classifica. Sarebbero bastati una manciata di punti ed oggi saremmo qui a sperare in altri esiti, ma oggi non serve più voltarsi indietro ma si deve finire la stagione con lo stesso spirito sperando in quei miracoli che di solito dalle nostre parti non si verificano ma non si sa mai….la speranza è l’ultima a morire!
Giorgio Miola